Ammalarsi non è mai facile: si rischia concretamente la vita, certo, ma si è anche costretti a mettere in stand by tutta la propria esistenza, ad abbandonare il lavoro e le proprie occupazioni, e nessuno garantisce che, anche se la malattia verrà sconfitta, tutto ritornerà come prima.
Lo sa bene Sharon Stone che, nonostante per anni sia stata una diva acclamata e desiderata in tutto il mondo, dopo un ictus ha rischiato di perdere tutto quello che aveva faticosamente costruito.
“Ero una delle donne più famose e amate al mondo, poi all’improvviso tutti sembravano essersi dimenticati di me. Mi sono sentita abbandonata e ho perso tutto, compresa la cosa più importante che avevo: l’affetto di mio figlio”, racconta a Vanity Fair la Stone che, a 61 anni, è tornata a parlare del momento più difficile della sua vita, quando nel 2001 fu colpita da un ictus.
Sharon aveva 43 anni ed è rimasta per nove giorni tra la vita e la morte. I medici all’inizio non avevano capito che la sua arteria cerebrale si fosse lacerata, provocandole una vasta emorragia. Ci volle un’operazione di ben sette ore per riparare il danno e salvarle la vita. «C’era solo il 5 per cento di probabilità che riuscissi a sopravvivere, la mia vita era stata annientata», ha raccontato.
«La gente mi ha trattato in modo crudele, a partire dal giudice che si occupò della custodia di mio figlio e fino alle mie colleghe. Ho capito che le persone non hanno la minima idea di quanto possa essere pericoloso un ictus e quanto sia faticoso riprendersi totalmente, mi ci sono voluti sette anni», ha aggiunto.
Negli anni successivi l’attrice ha quindi dovuto fare i conti con porte chiuse soprattutto nel mondo del lavoro ma sente di dover ringraziare ancora una volta Bernard Arnault, che le offrì un contratto per Dior: “In quegli anni ho capito che la gente non si rende minimamente conto di quanto sia faticoso riprendersi dopo un fatto così grave…“.
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