Una trasmissione che ha influenzato, nel bene e nel male, usi e costumi degli italiani, un programma che ha avuto il merito di lanciare una miriade di personaggi che ancora oggi affollano il dorato mondo dello spettacolo.
In questi giorni è caduto un anniversario importante per la televisione di Stato italiana: il 9 settembre 1991 nasceva infatti il programma cult, fortemente voluto da Gianni Boncompagni, che rese famose centinaia di giovani ragazzine scatenate e sconosciute.
Naturalmente parliamo di Non è la Rai, che a tutti gli effetti il primo talent della televisione italiana.
Trasmesso dallo Studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma, «Non è la Rai» cambiò più volte fattezze nel corso degli anni (l’ultima puntata andò in onda il 30 giugno 1995, nel frattempo era passato su Italia 1) e anche conduttori: alla prima conduttrice, Enrica Bonaccorti, nel 1992 subentrò Paolo Bonolis, e con la terza edizione – mossa scaltra e a suo modo rivoluzionaria di Boncompagni – il timone passò nelle mani delle ragazze stesse. E in particolare di Ambra Angiolini, che diventò una star assoluta del piccolo schermo.
‘Non è la Rai’ è stata oggetto di culto ma anche di feroci critiche, con l’accusa agli autori di strumentalizzare il corpo di ragazze poco più che adolescenti e di proporre modelli di comportamento non propriamente adeguati al target di riferimento, fatto sostanzialmente di ragazzini minorenni e ancora in età scolare.
Oggi molte delle ragazze che riempivano gli studi sono diventate «grandi» nel mondo dello spettacolo: tra tutte, Claudia Gerini, Romina Mondello, Lucia Ocone, Laura Freddi e la stessa Ambra.